Gelato al gusto di ... Malaga

gernica

A Div.ergo, quando qualcuno degli artisti ha una predilezione, diciamo che “fa le preferenze!”

E con Picasso è stato subito amore a prima vista!

Ognuno, prima ancora che ne fosse svelato il nome, lo aveva scoperto, facendo ricerche in rete, chiedendo ad amici e parenti, perché aveva colto la sensibilità e il genio di questo nuovo Amico artista. 

Allora sentiamo da loro, come mai questa “preferenza”.

Giuliano - Di Picasso mi ha colpito molto il quadro che abbiamo studiato (Guernica, n.d.r.), ci sono molte immagini sovrapposte. Immagini tristi, ma mi colpisce la tecnica, con cui è stato realizzato. È come se fosse tutto in sospensione. È un quadro che rappresenta la guerra ma mi dà un’idea di vivacità, di movimento. E questo mi affascina. In particolare gli animali e la porta sovrapposta ad una persona, come se quella donna fosse infilata dentro.

Di lui mi colpisce il suo interesse per la pittura fin da piccolo, il fatto che abbia vissuto e visitato posti diversi; trovo molti elementi in comune con Gaudì, l’autore che abbiamo studiato in precedenza.

Serena - Ricordo bene la crudeltà rappresentata nel quadro, Guernica, la guerra che colpisce una città bombardata dagli aerei. C’è la crudeltà, il terrore, l’umore della gente: morirono donne, bambini, anziani.

Non mi piace molto questo quadro, per quello che racconta: la crudeltà la vediamo già ogni giorno al telegiornale, la violenza sulle donne e sui bambini.

Lui era arrabbiato per la guerra, a me invece fa dispiacere quando si fa violenza sui bambini che vengono abbandonati nei cassonetti come se fossero animali.

Guernica è un quadro molto grande, con modi originali di disegnare le persone: volti con due nasi, di profilo e di fronte contemporaneamente. Picasso voleva far vedere le persone da tutti i lati, da tutti i punti di vista! Poi dipinge tutto in bianco e nero per metter in risalto i sentimenti di chi soffre per la guerra. Per questo io preferisco le Signorine di Avignone: è una scena ricca di vita, di colore, con le signore che fanno il bagno!

Fabrizio - Ci ha scritto delle lettere, delle pergamene! Lui è di Malaga. Abbiamo assaggiato il gusto di gelato malaga, con l’uvetta e il rhum. Picasso era un pittore spagnolo. Per questo abbiamo imparato lo spagnolo, alcune parole: lapiz per dire matita, vela per dire candela.

In un quadro che abbiamo studiato (Le Demoiselles d’Avignon, n.d.r.) abbiamo visto che usa le maschere. In Africa gli uomini le mettono e si trasformano, gridano, “fanno gli ultrasuoni”, alzano la voce: così si sentono liberi e senza paure!

Io, invece che con le maschere, mi sento forte pensando alla mia nipotina Anna!

Mi ha colpito quando, studiando Guernica, abbiamo ascoltato i rumori di una città bombardata, i rumori di guerra, morte. E il soldato che nel dipinto sta a terra mi fa pensare ad un cadavere, sembra già uno scheletro!

Valentina - Questo autore ha un modo particolare di dipingere, esprime quello che prova, l’indignazione, la sua rabbia perché nel suo Paese c’è la guerra. Guernica rappresenta persone uccise e ferite. C’è una donna chiusa nella casa che va in fiamme e lei urla; persone mutilate; il soldato è a terra morto, con la spada spezzata. C’è il cavallo e c’è il toro, figure sempre “spezzate”, imbizzarrite. Manca il colore, mi sono chiesta perché Picasso ha fatto così. Appena l’abbiamo scartato non l’ho capito, non mi è piaciuto, poi pian piano l’ho compreso meglio. È stato bravo ad esprimere le sue paure, le preoccupazioni per quella città: come se lui stesso fosse rimasto ferito! A me feriscono le persone che dicono una cosa e ne fanno un’altra. Anche così si resta delusi, feriti. Io preferisco non promettere se non riesco a mantenere.

È bello che abbia usato le maschere, ogni maschera si usa per un evento particolare: una per la nascita, una per la morte. Anche Picasso ha usato quelle maschere, forse, perché non riusciva ad esprimere quello che aveva dentro. Così invece lo ha fatto.

Mariella (testo scritto di suo pugno) - Oggi ci hanno raccontato di un quadro che ha fatto questo artista che si chiama Fabio (sic) Picasso, che ha disegnato un sacco di persone spaventate perché c’era la guerra. C’erano gli animali, le persone con i bambini e i genitori che scappavano perché buttavano le bombe. Poi c’era una casa che ha preso fuoco e una donna che si stava buttando dalla finestra perché stava spaventata e anche un cavallo che stava gridando, e c’era un uccello che stava spaventato.

Questo artista quando disegnava teneva un sacco di colori sulla tavola e diceva: “questi colori sono i colori dell’allegria”. I colori non fanno pensare alla guerra che facevano con gli aerei e facevano morire le persone e l’uccellino. Allora ha buttato gli altri colori perché non voleva che facevano la guerra. Quel paese era la Spagna e poi c’era la sua città che si chiamava Malaga.

Gianluca Marasco

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