Fotovolontario - Roberto
La leggenda narra che da piccolo abbia ingoiato un microfono. E che da allora la sua voce goda di una amplificazione permanente. Alessandra non conosce il piccolo segreto di Roberto, ma di una cosa è certa: Quando parla lo sentono fino a New York. D’altra parte, lei può dirlo con cognizione, avendo dei famigliari sull’altra sponda dell’oceano.
Forte!
Come sempre, Francesca sintetizza in una parola il suo contributo al dibattito sulle qualità di questa voce. Ma conterà poi così tanto la descrizione del timbro vocale nel ritratto di una persona? Per qualcuno magari no. Per noi sì. Per noi che siamo impegnati a creare un mondo intero fuori e dentro di noi la voce può essere molto importante, perché capace di fare ordine e far esistere cose nuove, tanto quanto lo possono essere le mani. Così, parlare della voce di Roberto è parlare della sua presenza.
“Voce narrante”: Ci ha raccontato la storia di “Tito, il cantante piccoletto”, rammenta Laura, raccogliendo la conferma decisa di tutti gli altri, che hanno seguito appassionatamente le vicende del nostro conterraneo Tito Schipa.
“Voce cantante”: A volte cantiamo insieme a lui: il mercoledì, racconta Valentina (suscitando lo stupore dell’intervistatore).
“Voce che scherza”: Nell’Officina non si scherza abbastanza, però quando c’è lui… C’è bisogno di lui, continua Valentina.
“Voce anche dura”: Qualche volta è serio. A volte si arrabbia, quando ci distraiamo, aggiunge Alessandra (perché, come le nostre mani, pure la nostra voce sa essere oziosa e capace di disfare i frutti delle nostre fatiche).
E mentre la voce modula forza, precisione e delicatezza, le mani di Roberto non sono da meno:
Cannucce!
Perbacco. Perfino Francesca, che le parole le centellina riservandole solo alle espressioni di affetto, si è lasciata indurre a parlare del suo lavoro: lei e Roberto, in coppia, raccolgono, selezionano, smistano, incollano, assemblano gli elementi dei nostri variopinti piatti di carta.E proprio quando la conversazione sembra conclusa, ancora Valentina ci riserva un ultimo contributo sulle mani del protagonista del nostro ritratto: sono loro che stringono con forza i nodi che tengono su le Zinzule, le nostre bambole di pezza. Beh, a lui Valentina tiene molto: è una conoscenza antica, che precede Div.ergo.
Vito Paradiso
Quando sono arrivata in Officina non conoscevo nessuno. Poi ho trovato lui.
E tutti sappiamo quanto conti, quando siamo disorientati, ritrovare una voce amica.