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Viaggiare nell'animo

quattro passi

Si sa, a noi di Divergo piace tanto viaggiare e vedere posti nuovi. Questa volta abbiamo proposto ai nostri artisti un viaggio del tutto particolare: né vicino né lontano, una passeggiata, un’esplorazione dentro un mondo che conosciamo e che non conosciamo, che ci affascina e ci spaventa: “quattro passi nell’animo”…

Come mezzo di trasporto niente treni né aerei, ma le parole di saggi e di poeti. Bagagli necessari: il silenzio, per far risuonare in noi quanto ascoltiamo; lo sguardo degli altri che ci aiuti lì dove non riusciamo a trovare la strada; l’amicizia - il “cuore di amici” come dice Fabrizio; le parole per spiegare, riconoscere, comprendere.

A guidarci e ad ispirarci finora una massima di Tito Livio, la saggezza popolare di un proverbio, una poesia di Piumini, e un’altra Titolo di Donatella Bisutti.

E le nostre conversazioni sono diventate vere e proprie operazioni di scavo: nella memoria e negli affetti per riconoscere, per esempio, cosa fa finire un’amicizia e cosa la fa durare per sempre; nelle nostre esperienze: quanto è fastidiosa una zanzara che ronza nella stanza di notte? E noi quando siamo zanzare per gli altri? E cosa degli altri ci dà fastidio?

Il dizionario è diventato il nostro migliore amico: che differenza c’è tra dare un consiglio e dare un aiuto? E cosa è meglio? E per giorni e giorni abbiamo dato consigli su consigli e chiesto e ricevuto aiuti su tante cose. Cosa vuol dire che una “briciola contiene il pane”? E per capire abbiamo assaggiato briciole di pane, di zucchero, di cioccolato… e ancora ci stiamo lavorando, in verità, perché questa faccenda del contenere non è che ci sia proprio chiarissima… continuiamo a confondere la briciola con la mollica e a dire che un bel pezzo di cioccolato è decisamente meglio di una briciola di cioccolato, che non sono affatto la stessa cosa…

E la soddisfazione di contare le z nel testo della Zanzara… “Ce ne sono ben 20” – dice Pierluigi tutto orgoglioso – e scoprire poi che si chiamano onomatopee… che bel suono!

Sì, “La zanzara” è sicuramente il testo che è piaciuto di più, non c’è storia su questo… è proprio simpatica questa zanzara che ronza di qua e di là, che svolazza a zonzo e il testo musicato è cantato continuamente un po’ da tutti..

Quattro passi nell’animo: ve li consigliamo di tanto in tanto… meglio se in compagnia. Se volete, potete venire a farli con noi.

Giovanna Nuccio

Premiata ditta Dora & Giulio

Dora e giulio

Certe volte li guardi e pensi che siano degli 007 infiltrati a Div.ergo: si parlano usando uno strano codice. Una detta e l’altro riporta fedelmente sul suo foglio di carta: 20 da 10.0 … 60 da 0.1 …  50 da 0.5 … 8 da 5.0. Abbiamo provato a fare gli esperti di crittogrammi e a sciogliere l’enigma: all’inizio congetturavamo che fossero le volte in cui Gabriele ride di gusto, con i relativi decibel; poi abbiamo pensato che si trattasse di posizioni georeferenziate per localizzare supermercato e lo scaffale in cui comprare la pasta in offerta. Infine abbiamo capito che erano misure e quantità precise per dosare il fimo.

Sono una coppia di collaboratori affiatati Dora e Giulio. Condividono un’estrema meticolosità e precisione nel fare le cose, a volte ai limiti del tollerabile, ma senza di loro il laboratorio e la produzione degli oggetti in fimo sarebbero una sorta di caos primordiale, l’universo un minuto dopo il Big Bang.

Impastano, mischiano, plasmano, tagliano, scrivono, rifanno, puliscono, pesano: su gran parte del lavoro, operano al plurale.

Sono seduti vicini e, quando Dora non c’è, si comunicano il lavoro da fare per telefono. Dora sa di poter contare su Giulio e Giulio supporta Dora in maniera impeccabile, talvolta con molta delicatezza le segnala le incongruenze e gli errori di calcolo che lei fa,  mentre riserva ai “maschi” del laboratorio la sua ruvida ironia.

Dora gli insegna con cura i “segreti del mestiere”, perché Giulio possa, sempre di più, fare da sé. Giulio non si è lasciato sfuggire nulla e ha acquisito da lei non solo i modi per realizzare e assemblare le varie parti che compongono gli angioletti, ma anche la capacità di organizzare il lavoro proprio e altrui e di incoraggiare le colleghe Laura e Valentina quando perdono il filo e non si raccapezzano. Raffredda gli animi, è il confidente privilegiato di qualche groviglio interiore. Anche Dora ha guadagnato molto: un ottimo conforto alle sue agitazioni quando il lavoro e le scadenze si fanno pressanti, una presenza scanzonata e premurosa, uno che non dimentica che le cose vanno fatte sempre… e bene.

La premiata ditta Dora & Giulio è questo. Non sono ammesse imitazioni!

Gianluca Marasco

ingL’arte su misura e la nostra misura dell’arte

Div.ergo ad InGenio

Un nemico con cui a Div.ergo combattiamo costantemente è lo stereotipo. Negli anni è stata la barriera culturale più forte da abbattere per far comprendere quello che avviene in Laboratorio. Lo stereotipo, infatti, è “un'opinione precostituita, generalizzata e semplicistica, che non si fonda cioè sulla valutazione personale dei singoli casi ma si ripete meccanicamente, su persone, avvenimenti, situazioni e gruppi sociali” (Vocabolario Treccani). L’arma con cui si affrontano gli stereotipi è la conoscenza faccia a faccia: l’incontro con l’altro, con la realtà, ci restituisce il volto autentico delle persone, la misura delle cose.

Anche a noi è successo così, durante questo viaggio a Torino.

Torino: città fredda, sia dal punto di vista meteorologico che umano, città che non ama gli stranieri, i diversi, città fabbrica, priva di bellezza? Questo il nostro stereotipo che la visita ha frantumato. A parte il freddo, quello sì lo confermiamo (ma asciutto, secco, non come il nostro umido, penetrante…), ci siamo trovati dentro una città molto attenta a chi è diverso, una città capace di un’empatia straordinaria, accogliente, che ospita luoghi come Ingenio, dove artisti in situazioni di fragilità possono esporre le proprie opere (già, proprio come noi…), che trova i modi per fare partecipare alla bellezza e alla cultura chi normalmente non vi ha accesso. Dovunque siamo andati, ci hanno accolto uomini e donne disponibili a narrare per noi, con un linguaggio che ci fosse comprensibile, l’arte e la bellezza che avevano sotto gli occhi. Antonio al Museo del Cinema, le due Donatella al Museo Egizio, Giorgia alla Galleria di Arte Moderna sono stati per noi i volti di una Torino che accoglie e sa condividere, come ogni giorno abbiamo visto al Sermig.

Siamo stati ospiti di una città bellissima, ricca di storia, di arte e di cultura e i giorni sono volati, tante erano le cose che meritavano una visita.

Mentre Torino si rivelava a noi, ci è capitato di intravedere negli occhi di Giorgia, la nostra guida alla Galleria di Arte Moderna, un altro stereotipo che evaporava. Eravamo nelle sale del ‘900 e, di fronte ai quadri in esposizione, i nostri artisti hanno cominciato a riconoscere e ad indicare i colori di Klee, le forme di Mirò, le stranezze di Magritte, gli animali di Chagall, mentre Giorgia ci guardava con lo stupore di chi non crede ai propri occhi e con il rispetto che si riconosce ai “colleghi”.

Così, in questa città che con don Bosco ci è cara dalle origini della nostra storia, abbiamo fatto esperienza di un’arte che sa farsi a nostra misura e restituire, a chi si è coinvolto con noi, la nostra misura dell’arte. 

Eupremio Luigi Greco

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